lunedì 24 agosto 2015

Beauty Torino con le sue negative contraddizioni




Torino: oltre le apparenze

 di Fabio Balocco

Torino ha in questi anni acquisito la fama di essere una delle città meglio amministrate d’Italia. La mia convinzione è che ciò derivi più dall’apparenza che dalla sostanza. Sicuramente, Torino è molto cambiata dagli anni di piombo. È diventata più vivace, più colorata, più vivibile. Un tempo le pallottole e le rivendicazioni, oggi la movida e l’ecstasy. Ma i numeri che contano non sono invero così tranquillizzanti. Un recente intervento sul bilancio previsionale 2015 fatto dal consigliere del Movimento 5 Stelle Chiara Appendino in Consiglio Comunale, tratteggia, diciamolo pure, una Torino un po’ diversa da quella vista dai turisti. Ecco alcuni dati testuali dalla stessa forniti:

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LA PERSONALE RIFLESSIONE

Ivo Serenthà • 5 ore fa

Torino in particolare come l'intero paese sta pagando a caro prezzo la deindustrializzazione globalizzante,fortunatamente non è crollata del tutto grazie ai giochi olimpici del 2006,che l'hanno ricolorita dal grigiore dello scorso secolo,anche se stiamo pagando a caro prezzo l'enorme debito di quell'evento tramite i tributi locali , i quali sono da addebitarsi anche ai tagli che ci sono stati dalle politiche nazionali verso i comuni. Se poi tutto ciò nei decenni che verranno porterà Torino a rimpicciolirsi,pazienza,rammentando che ai primi del novecento Torino contava tra i 200-300 mila abitanti.

LA REPLICA DI UN LETTORE

renoir Ivo Serenthà • 3 ore

fa all'insegna della superficialità e del pressapochismo (ma si rende conto cosa vorrebbe dire perdere 6-700mila abitanti?); poi basta con questo luogo comune che Torino era grigia e adesso è colorata, veramente irritante: sarà stata anche grigia, ma ci si lavorava, ed era una città diversa - in senso positivo - da tante altre città italiane, era tranquilla, prima della movida che rende la vita impossibile a chi vive a San Salvario o nei dintorni di piazza Vittorio; ora continuano a chiudere negozi, molti storici, e al loro posto - quando si riapre - bar, piadinerie, locali che spesso chiudono dopo un anno, se non prima.

LA CONTRO REPLICA

Ivo Serenthà renoir • un'ora fa

Lei rincorra il lavoro che non c'è più e viva di ricordi fumosi legati all'auto,dove una città fu letteralmente stravolta per produrre automobili. Nessuna città italiana,manco Milano in proporzione ha vissuto una rivoluzione che ha stravolto le tradizioni e il tessuto sociale,in molte altre realtà della penisola tutto ciò avrebbe determinato degli sconquassi sociali devastanti,qui tutto sommato andò abbastanza bene.

A parte i debiti io sono soddisfatto di questa Torino,e non ho nostalgie delle fabbriche degli scorsi decenni.

I.S.

iserentha@yahoo.it

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