giovedì 25 febbraio 2016

Wefood:Il primo supermercato che vende prodotti scaduti ma ancora commestibili
















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Princess Marie of Denmark at the launch of the Wefood supermarket in Copenhagen

Dopo la Danimarca si sta muovendo anche la Francia su questo tema,i conti economici di molti stati dovranno organizzarsi in futuro,complice la crisi occupazionale e sociale che attanaglia l'occidente,qualsiasi opportunità dovrà essere percorsa,sia negli alimenti che nel riciclo degli oggetti.

Su quelle latitudini stanno prendendo posizione anche le famiglie reali,c'è da riflettere.

I.S.

iserentha@yahoo.it

2 commenti:

  1. Qui dove abito io, in un paese di 20 mila abitanti nella Renania Palatinato, 15 chilometri da Karlsruhe, 70 da Stoccarda e 40 da Strasburg per farti capire la mia posizione, funziona già da oltre dieci anni un simile supermercato. Si basa sul fatto che l'industra è solita fissare la data di scadenza circa dieci giorni -più o meno- prima dell'effettivo decadimento del prodotto. Il supermercato è aperto a tutti, ma soprattutto ai meno abbienti, ai casi di assistiti dall'ufficio sociale del Comune, cui viene data una tessera per cui pagano solo il 10% del prezzo che è già scontato del 50%.
    Non c'è soltanto merce scaduta o in scadenza, ma anche merce "ammaccata", tipo frutta o insalata, laddove basta pulire e togliere la parte lesa ed avere il resto mangiabile.
    Adesso ascolta questa che è interessante. Ci vanno innanzi tutto tedeschi, poi turchi in massa, poi i cosiddetti rimpatriati dalla Russia, i pochi greci rimasti e anche qualche francese (la Francia è a soli nove chilometri), ma nemmeno un italiano, dei 72 rimasti.
    Per quel che mi riguarda so perché: AnnaMaria è terribilmente schifiltosa in fatto di acquisti alimentari che noi facciamo una spesa a settimana e devo scorazzarla per tutta la provincia perché lei ha i suoi posti preferiti. Però comico il fatto: che gli italiani fossero schizzinosi lo sapevo, ma la conferma del direttore del supermercato, che conosco da anni, mi ha fatto sorridere.

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    1. Per come presentano l'articolo in alcune testate online italiane,la realtà danese è la prima,naturalmente non conoscevo e non conoscono quella dalle tue parti.

      In Italia che sappia io non esistono questi mercati,e la storia che hai raccontato confermano la refrattarietà italica alla pratica,anche se tra qualche tempo penso che diventeranno una realtà anche qui,e non saranno solo gli extracomunitari a frequentarli.

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